Il nostro pellegrinaggio non ha come scopo la visita turistica di città, chiese, musei o tutto ciò che è possibile visitare. Il nostro scopo è quello di portare anime ai sacramenti, in particolare quelli della santa Comunione e santa Confessione. Però, per dare un'indicazione anche quando ci danno gentilmente un passaggio, ci prefissiamo delle mete in modo da creare un itinerario ben preciso. Quest'anno il nostro fondatore, Fra Volantino, ha ben pensato di farci visitare le tombe degli Apostoli che sono in Italia. Così, con Fra' Emanuel, il fratello che guidava il nostro gruppo, siamo partiti da Noto il 22 luglio e la nostra prima tappa è stata Salerno.
Già il primo giorno abbiamo avuto un incontro particolare: Walter, un ragazzo all'incirca trentacinquenne, sposato e con due bei figli già adolescenti. Il suo passato, pieno di prove, dovute in particolare alla sua permanenza in carcere per circa quattro anni, scontati tra Svizzera e Italia, l'aveva portato ad allontanarsi dalla Chiesa Cattolica. Questo non l'ha aiutato molto nelle relazioni, soprattutto con sua moglie, affermando di averla anche tradita. Walter quella mattina aveva tutt'altro itinerario: era diretto a Siracusa, dove l'aspettava la sua famiglia per le vacanze. Al vederci, non ha esitato a pensare di dover fare qualcosa per noi, più di quanto lui stesso pensasse di fare, cambiando dunque la sua direzione ed accompagnandoci a Messina. Walter ci ascolta, interessato più che mai, è incuriosito e questo lo spinge a farci tante domande. Fra Emanuel è molto attento a spiegargli l'importanza di avere il Signore nella nostra vita, che ci aiuta non solo individualmente, ma, come nel suo caso, anche nel rapporto con le nostre famiglie. Questo è importante per Walter, poter ricominciare con la moglie, con i figli, poter ricostruire sulla roccia, proprio come dice Gesù nel vangelo (cfr Mt 7,24-25). Dopo averci offerto anche da mangiare, ci promette di ritornare ai sacramenti e soprattutto di confessare tanti peccati che si portava sulle spalle e di cui forse non ne comprendeva nemmeno il peso. Quella notte ci hanno ospitato in un convento a Bisignano, in provincia di Cosenza, e l'indomani abbiamo ripreso il pellegrinaggio verso Salerno, dove abbiamo visto la tomba di San Matteo, una vera "chicca" del posto. Grazie alle tante persone gentili e di cuore abbiamo viaggiato velocemente, per raggiungere molto presto anche Amalfi e visionare, all'interno del duomo, la tomba di Sant'Andrea.
Giunti a Sant'Antimo, in provincia di Napoli, ospitati dai gruppi di preghiera nati in seguito ad una missione svolta da Fra' Volantino, Suor Veronica, Suor Effata e Fra Stefano, abbiamo incontrato anche altri gruppetti di piccoli frati e piccole suore che, come noi, continuavano il loro pellegrinaggio. Siamo stati insieme un paio di giorni, durante i quali abbiamo anche fatto un rosario meditato nella parrocchia del paese. Riprese dunque le partenze, noi tre ci dirigiamo verso Roma, la cosiddetta "caput mundi". Strapiena di ricchezze, ne visioniamo alcune, tra cui l'immensa San Pietro, sostando in preghiera particolarmente dinanzi alle tombe dei santi Pietro, Giuda Taddeo e Simone. Dopo aver visitato anche le tombe di San Bartolomeo, posta sull'isola Tiberina, di Filippo e Giacomo il maggiore, nella Basilica dei dodici apostoli, ci siamo diretti ad Ortona, dove è posto, invece, il corpo di San Tommaso. Da questo momento in poi il nostro obiettivo era quello di ritornare a Noto, nella nostra casa madre. Durante questa strada di ritorno, una delle soste è stata Matera: ci ha incantati con la sua bellezza, non soltanto esteriore, con i suoi particolari sassi, ma soprattutto per le persone che abbiamo incontrato. Don Angelo, in particolare, è stato uno degli incontri forse più intensi che abbiamo fatto. Il suo centro di accoglienza per i profughi con la sua spaziosa mensa ci hanno procurato un pasto caldo e un letto comodo per dormire; il suo amore per le anime, la sua infinita disponibilità verso tutti, la sua voglia di dover fare qualcosa sempre, a qualunque orario, per chiunque ne avesse bisogno, nonostante la sua età, hanno allargato il nostro cuore e ci hanno lasciato un ricordo indelebile. Al ritorno a Noto, il primo agosto, seppure stanchi, ciò che ci portiamo dentro sono i sorrisi delle tante persone che abbiamo incontrato, che con la loro bontà ci hanno aiutati ad avanzare e che non ci hanno mai fatto mancare una cena e un letto per dormire; sono i loro ringraziamenti, le loro lacrime di gioia, il loro aver compreso e riconosciuto che nel nostro incontro ciò che volevamo lasciargli vale più di tutto ciò che il mondo possa offrire, il loro aver capito che l'unica ricchezza, quella vera e inesauribile, è Cristo, e noi, piccoli frati e piccole suore, con la nostra povertà, non vogliamo far altro che portare questa grande gioia a tutti: il Vangelo.
Sorella Roberta, esperiente psgm
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