Durante il mio discernimento vocazionale avevo capito chiaramente che il Signore mi chiamava a fare esperienza in una comunità religiosa, in modo da poter sperimentare sulla mia pelle cosa significasse ed avere così la certezza conclusiva che quella era la mia vocazione. Ho iniziato così a riflettere su quale sarebbe stato il momento più opportuno per andare, ma alla fine è stato il Signore stesso a darmi in qualche modo la risposta.
Siccome avevo appena cominciato l’ultimo anno di università, ho pensato umanamente che forse sarebbe stato meglio prima laurearmi e poi magari cominciare l’esperienza con calma. Il problema è che come facevo questo ragionamento tutta la pace e serenità che avevo nell’anima finivano e iniziavo a sentire invece un profondo senso d’inquietudine. Siccome avevo capito, grazie alle meditazioni del rosario fatte dal nostro fondatore, che la pace è un segno per discernere la volontà di Dio (cfr. Ger 29, 11), ed io come pensavo di rimandare fino a giugno l’esperienza la perdevo istantaneamente, ho intuito che il Signore non voleva che aspettassi tanto.
Per la seconda volta allora, mi sono messa a riflettere ed ho pensato di passare prima il natale con i miei genitori (eravamo infatti a novembre) per non farli star male a causa della mia partenza e poi, a gennaio, andare con calma a fare l’esperienza. Ma un’altra volta, sono rimasta senza pace! Allora ho pensato di aspettare la fine del mese, dato che avevo un esame da dare e un spettacolo di danza in cui ballavo anche da protagonista e sarebbe stato difficile disdire tutto all’ultimo momento. Ma niente, neanche in questo modo sentivo la pace!
Allora mi sono arresa: non c’erano dubbi che la volontà di Dio era che io facessi una esperienza vocazionale il prima possibile! Allora ho detto: “Va bene Signore, ho capito, settimana prossima vado a fare l’esperienza” e subito dentro di me ho sentito la pace, una grande gioia e pure il fuoco nel petto (cfr. Sal [118], 16; Ger 29, 11; Lc 24, 32)!
Sr. VMD
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