TESTIMONIANZA: “Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome” (Sal 146, 4)
- Vocacional PFSGM
- 7 apr
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Pace e Bene a tutti,
sono Suor Stella, ho 39 anni e faccio parte della Comunità dei Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria da circa 16 anni. Cercherò con l’aiuto dello Spirito Santo e la mia buona volontà, di essere chiara e breve nel raccontare la mia testimonianza, con la Speranza di poter soddisfare, almeno in parte, la sana curiosità di molte ragazze/i che si chiedono il perché di una scelta così profonda e radicale come la mia.
Ora racconterò a grandi linee chi ero prima …
Ero (e sono tutt’oggi) una ragazza allegra, che ama sorridere e far stare bene gli altri. Sono stata la figlia che ha sempre cercato di cavarsela da sola, per non pesare sulle spalle dei miei genitori, i quali non mi hanno mai fatto mancare nulla anzi... A conti fatti, la mia vita prima non era niente male… (solo, avevo la strana sensazione di essere sempre a metà, di non sentirmi pienamente appagata, di non fare mai abbastanza nonostante mi sforzassi molto. Tutto questo mi angosciava, e non potevo fare a meno di chiedermi perché ciò avvenisse…). Eppure, facevo un lavoro che mi dava tante soddisfazioni, che abbracciava i miei studi di operatrice socio-assistenziale all’infanzia e le mie aspirazioni future nel campo sociale e che mi offriva l’occasione di conoscere giovani di tutta l’Europa e oltre, viaggiare un po’ dappertutto, divertirmi, conoscere posti nuovi, arricchirmi culturalmente e fare sempre nuove esperienze… Miravo a dare un senso alla vita di chi non ha più nulla a cui aggrapparsi e su cui sperare, ma non soltanto in termini materiali. Però, nemmeno io stessa capivo bene cosa e come fare per riuscire in questo. A volte la sicurezza non mi mancava. Altre volte veniva meno, e il peso della sua assenza era schiacciante, e questo perché non era proprio la croce che il Signore voleva per me, dato che Gesù dice: “il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11, 30). Ma d’altro canto – umanamente parlando – non avrebbe dovuto essere così. Infatti, oltre ad un buon lavoro, avevo la fortuna di stare insieme ad una persona speciale. Un ragazzo bello, lavorativamente ben avviato, gentile, e attento che non mi ha mai fatto “mancare quasi nulla” … Aveva infatti per me moltissime attenzioni. Insomma in qualche modo - era un po’ come se avessi trovato già il principe azzurro. Fino a quando però non conobbi Colui che è Vero Uomo e Vero Dio! E da quel momento per quelli che erano i miei progetti passati si è verificato ciò che sta scritto nel Libro dei Proverbi: «All’ uomo appartengono i progetti della mente ma da Dio viene la risposta» (Pro 16, 1).
Come ho incontrato i Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria ...
Ricordo che quella mattina mia madre veniva da Rimini per passare un po’ di giorni con noi in Calabria. Quando ricevo la sua telefonata mi comunica che il treno su cui viaggiava aveva subìto un improvviso guasto, e dunque sarebbe scesa due stazioni più avanti della solita. Precisamente a Locri. Presi mia madre, e sulla via del ritorno decido di fare una strada diversa dalla precedente. Finita la curva che immette sulla superstrada, davanti ai miei occhi ci sono due fratini della comunità pfsgm che facevano l’autostop. Ma già un’altra auto si era fermata per dare loro un passaggio, e a me non rimaneva altro che proseguire e andarmene. Nel frattempo, non potevo fare a meno di dire a mia madre quanto mi fosse piaciuto conoscerli, e mentre dicevo questo, dentro al cuore sentivo una voce che mi suggeriva: “gira, gira, torna indietro…”. Sapevo che se non l’avessi fatto non sarei stata in pace con la mia coscienza, e ritornata in dietro, con grande gioia, ritrovo i fratini che erano lì, come se - in un modo misterioso – stessero aspettando proprio me. Appena saliti in macchina, ho avvertito una piacevole sensazione di serenità, che mi ha accompagnata per tutto il viaggio. Arrivammo dunque ad un’area di servizio non lontano da Rosarno, e lì li lasciammo. Rientrata in macchina, sono esplosa in lacrime. Non so spiegare ancora oggi come definire quel pianto. Sentivo una grande liberazione, credo che qualcuno stesse guarendo la mia anima proprio in quel momento.
Da quel giorno, non ho più visto, né più sentito i fratini fino al mese di agosto 2008, in occasione del Raduno Nazionale dei loro Gruppi di Preghiera che si è tenuto a Isernia. Lì, mentre mi trovavo nel santuario di Castelpetroso, la mia attenzione fu catturata da una suora giovane e composta. Era Sr Veronica, (la Madre Generale delle Piccole Suore). Ed ecco che inspiegabilmente per la seconda volta, mi ritrovo in lacrime. Piangevo e non potevo non sentire che qualcuno dentro di me stesse operando ancora una volta una guarigione nella mia anima. Finalmente compresi che a scatenare quell’emozione era stata la vista di quella suora. Ma continuavo a non capire perché mi succedeva questo, e ciò mi turbava, un po’ come Maria che dopo l’annuncio rimase turbata e si chiedeva che senso avesse (cfr Lc 1, 29).
Passata l’estate, continuai a frequentare i fratini e insieme a mia zia decisi di aprire un Gruppo di preghiera adp-vv, pur continuando la mia vita di sempre finché non accadde che pochi giorni prima di Natale, Frà Antonio, mi disse che il sei gennaio in Sicilia, si sarebbe tenuto il 1° Raduno Interregionale Calabria-Sicilia adp-vv Dopo innumerevoli peripezie, decido la partenza che mi avrebbe permesso di poter conoscere più da vicino Frà Volantino e il resto dei pfsgm.
L’incontro con Frà Volantino e il segno chiaro ...
Premetto che inizialmente rifiutai l’invito di Fra Antonio, perché avevo altre mete dove trascorrere l’Epifania. Tuttavia poiché sta scritto: “La mente dell’uomo pensa molto alla sua via, ma il Signore dirige i suoi passi” (Pr 16,9), non riuscii ad organizzarmi per far nulla e dunque decisi a quel punto di partecipare al raduno. Partii con l’idea di ascoltare la catechesi di Fra Volantino (anche se all’inizio non mi stava molto simpatico), e tornare a casa più serena nello Spirito dato che il periodo non era dei migliori, come spesso mi capitava. Arrivai tre gironi prima, e fu lì che il Signore in un modo del tutto provvidenziale mi diede la grande opportunità di fare un fine settimana di esperienza con la comunità, per cercare la piena Volontà di Dio (cfr Col 1,9) su di me. Dico in modo del tutto provvidenziale, dato anche che la comunità si trovava in ritiro spirituale, durante cui normalmente non si accettano esperienti e né tantomeno fanno fare delle esperienze a chi ancora deve capire se sposarsi o no… Ma come sta scritto: “Nulla è impossibile a Dio” (cfr Lc 1, 37). C’è da dire che in passato, nonostante il mio lavorio interiore che non mi permetteva di trovare la Piena pace come io cercavo, non avevo mai (eccetto che una volta) preso in considerazione il pensiero di consacrarmi totalmente, né tanto meno che la mia tristezza dipendesse dal non “rispondere pienamente alla Sua volontà”. Ancor di più non avrei mai immaginato che il Signore su di me avesse questo progetto fin dall’eternità, come infatti sta scritto: “io - dice il Signore ¬- conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza” (Ger 29,11). In quei giorni di totale distacco dal mondo e dalle sue distrazioni, iniziai a fare discernimento soprattutto grazie a Fra Volantino. Ripercorrendo insieme a lui alcune tappe e avvenimenti del mio passato, scoprii con stupore e con una certa sicurezza (Spirituale-Razionale) che il Signore già da tempo mi parlava e voleva che io Lo servissi in maniera diversa, anche se ancora non sapevo esattamente come. Proprio per questo frà Volantino, mi consigliò di fare una potente preghiera al Signore, chiedendogli un segno chiaro, se dovessi consacrarmi, o sposarmi. Tornai in clausura, e mi ritirai nella celletta in cui dormivo. Appena rimasi sola, scoppiai in lacrime e alzando gli occhi al cielo, gridai nell’intimo del mio cuore, cosicché nessuno potesse ascoltare la mia preghiera, esattamente così: “Signore, ti prego, ora che mi hai portato fino a qui, dimmelo cosa vuoi da me! Vuoi che io mi sposi, o che dia la mia vita totalmente a te? Ma se vuoi che io mi consacri a te, dammi questo segno ed io capirò…” Il segno che io Gli chiesi fu questo: “Signore, devi mettermi le mani in testa fisicamente, non so come farai, ma affinché la mia mente si sposi con il mio cuore, non ti chiedo altro, ma da questo io capirò!”. L’ ho fatta veramente con tutto il cuore questa preghiera (cfr Sal [85], 17), e il Signore non tardò a darmi il segno che ho cercato. È stato impressionante con quale precisione mi ha risposto. Passò mezz’ora circa, quando mi dissero che Frà Volantino voleva parlarmi. Arrivai con le gambe tremanti al Cenacolo dove ci riunivamo tutti insieme a pregare. Appena Frà Volantino mi vide, con la stessa premura di un padre mi domandò: “Dimmi, glielo hai chiesto al Signore il segno che volevi?”. Ed io in lacrime gli risposi: “sì, glielo chiesto al Signore il segno, e per farmi capire che devo dargli la mia vita, Lui deve…” non avevo ancora iniziato a confidargli ciò che precisamente avevo chiesto, che Frà Volantino stende le sue mani e le poggia sul mio capo, e avvertii un tepore effondersi dalle sue mani. Ci guardammo tutti e due sbalorditi! Il Signore mi aveva risposto, mettendomi le mani in testa (come io avevo chiesto) attraverso di lui. Quella giornata non la potrò mai dimenticare! Ecco che così decisi di dire il mio si al Signore.
Concludo ringraziando Frà Volantino e i pfsgm, per avermi accolto amorevolmente in questa comunità, testimoniando soprattutto – come ha detto qualcuno – che:
SI NASCE E SI MUORE PER FARE DUE COSE: CREDERE IN DIO (cfr Eb 11, 6)
E FARE gradualmente LA SUA VOLONTA’ (cfr Mt 7, 21),
chi al 30, chi al 60 e chi al 100% (cfr Mt 13,23). Ognuno naturalmente, secondo il dono di Dio che ha nel cuore.
Pace e Bene e auguri di Beata Immortalità !!! (cfr Sap 2, 22a). In Eterno. Amen !
Suor Stella Maria, pfsgm
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