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TESTIMONIANZA: Da Allison a Suor Caterina Maria Adelaide - I° parte


“Essere la Sposa di Cristo è la vocazione più sublime che ci è stata data,

e chiunque vede questa via aperta davanti a sé non desidererà altra via” [1].


Queste parole di Santa Teresa Benedetta della Croce riecheggiano lo stesso desiderio che ha bruciato nel mio cuore fin dall’età in cui ho memoria. Ecco la storia di come una semplice ragazza di nome Allison diventerà Suor Caterina – Sposa di Cristo…


La mia “terza” preferita

Sebbene io e la mia famiglia eravamo attivamente coinvolti nella chiesa locale, non direi che eravamo una famiglia particolarmente fervente nella Fede. Tuttavia, mia madre e mio padre testimoniano che anche quando ero molto piccola, erano sconcertati dalle strane “cose di Dio” che io dicevo. La mia eccitazione per la religione non veniva certo da loro. Ad esempio: mia madre faceva un piccolo gioco, dove mi diceva che ero la sua bambina preferita in tutto il mondo e io le dicevo che lei era la mia ragazza preferita in tutto il mondo. Deve essere stato più o meno in terza elementare quando un giorno ho rotto la tradizione. Invece di dire che era la mia preferita, ho dichiarato che adesso era la mia "terza" preferita! Comprensibilmente addolorata per questa proclamazione della sua giovane figlia, mi chiese chi fosse ora la prima della lista. Risposi: Maria. "Okay, è abbastanza giusto", rifletté. "Ma aspetta! Chi è la tua seconda preferita?!” Ho risposto in modo pratico: “Sr. Anna Lee [la mia insegnante di religione] e tutte le suore che danno la vita per Gesù”. Con un sospiro di rassegnazione, mia madre accettò la sua retrocessione. A quel tempo non me ne rendevo conto, ma il Signore già preparava la mia anima ad amarlo sopra ogni cosa, come Lui dice nel Vangelo: «Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me» (Mt 10,37).


Il campo dalle suore

Quando avevo circa dodici anni, il mio fascino per la vita religiosa era cresciuto enormemente. Cominciai a frequentare un certo “nun camp” (campo estivo con le suore) ogni estate con una comunità di religiose, dove delle giovani ragazze vi trascorrevano una settimana vivendo la vita che vive una suora. Un anno in particolare desideravo una sicura conferma dal Signore che ero sulla buona strada del mio discernimento. Voleva davvero che io fossi la sua sposa, o questo fascino per la vita religiosa era semplicemente frivolo? La Madre Superiora quell'anno aveva con sé un sacchettino di medaglie sacre;- tutte medaglie tipiche ad eccezione di una che conteneva una reliquia di seconda classe di una suora in via di canonizzazione che la Madre Superiora conosceva personalmente - invitò tutte noi “suore campeggiatrici” ad infilare una per volta la mano nella borsa e scegliere una medaglia a caso. Cogliendo l'occasione, feci una preghiera veloce ma fervente: “Signore, sono quasi certa che Tu vuoi che mi faccia suora, ma non voglio avere alcun dubbio! Se è veramente la Tua volontà che io diventi suora, voglio la reliquia!” La Madre Superiora si avvicinò. Le mie dita scivolarono nella borsa, afferrai una medaglia e cominciai a tirarla fuori, ma scivolò e cadde di nuovo nel mucchio! "Quella non doveva essere quella giusta..." ipotizzai, mentre ne sceglievo frettolosamente un’altra. Il mio cuore batteva forte quando vidi la risposta del mio Signore: lì, stretta tra le mie due dita, c'era la reliquia! Non avevo più motivo di dubitare della mia vocazione! In quel periodo chiesi ai miei genitori se potevo lasciare la scuola ed entrare in convento, citando Santa Teresa di Lisieux come esempio di qualcuna che era entrata giovanissima. Lo disapprovarono con tutto il cuore, citandomi di nuovo Santa Teresa – lei aveva quindici anni, io dodici - dovevo prima andare al liceo, con mio grande sgomento.


L’incontro con i Piccoli Frati e le Piccole Suore di Gesù e Maria

Poco dopo aver compiuto quindici anni, nell'estate del 2010, Fra Antonio dei Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria mise piede per la prima volta sul suolo americano. Il mio Vescovo locale a quel tempo (Sua Eccellenza Sam Jacobs) lo aveva invitato a visitare la diocesi e vedere se era una buona scelta stabilire lì un ramo della comunità di lingua inglese. Mentre cercavo la mia vocazione in giro per il paese, il Signore volle che la scoprissi nella mia parrocchia natale: mi capitò di incontrare Fra Antonio a Messa una domenica durante la sua visita. Ovviamente non apparteneva a nessuna comunità religiosa che avessi incontrato prima; il taglio di capelli “a corona”, il colore marrone chiaro del saio, l'accento italo-australiano, erano tutti estranei a me e alla nostra piccola diocesi nelle paludi della Louisiana. Sbalordita ma incuriosita da questa visita religiosa, mi sono precipitata a presentarmi dopo la Messa e ad esporgli la mia intenzione di farmi suora. Con mia eccitazione, seppi che la sua comunità aveva in effetti sia fratelli che sorelle; non incontrai subito suore, ma anni dopo, tuttavia il mio cuore era già infiammato per il loro carisma di viaggiare in autostop e di vivere la povertà in modo radicale. Fra Antonio rimase solo per un breve periodo in America prima di tornare in Italia, in seguito ritornò con Fra Volantino (il fondatore della loro comunità). La mia famiglia li invitò persino a pregare a casa nostra, e fu la prima famiglia a recitare un rosario meditato con Fra Volantino negli Stati Uniti!


Qualche tempo dopo la breve visita di Fra Volantino, Fra Antonio ritornò nuovamente nella mia diocesi, ma questa volta con due sorelle! Come sempre li vidi a Messa, e una di loro era un ministro straordinario dell'Eucaristia. Fui subito incantata dai loro strani ma bei veli e dalla sincera riverenza con cui la suora mi fece la Comunione. Quel giorno tornando a casa dalla Messa, condivisi con mia madre l’innamoramento per quella comunità religiosa, un'attrazione che non avevo mai sperimentato con nessun altro ordine. Ero sicura che sarebbe stata quella giusta per me. Per quanto desiderassi ancora abbandonare tutto e realizzare la mia vocazione, i miei genitori mi chiesero di finire il liceo e poi di andare al “College” per un po' prima. Essendo una ragazza diplomata e di 18 anni, non avrei dovuto più fare quello che dicevano, ma capivo anche che – sfortunatamente per la mia anima dolorante – forse l'università era, in effetti, la volontà di Dio per me...


continua il prossimo lunedì





----------------- [1] Stein, Edith. “The SeparateVocations of Man and WomanAccording to Natureand Grace.” Essays on Woman. 2nd ed., Translated by Freda Mary Oben, edited by Lucy Gelber and Romaeus Leuven, ICS, 2017, p. 84 (traduzione nostra).

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