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STORIELLA: Le due anfore


Spesso nel cammino spirituale capita di scontrarsi con i propri difetti, le fragilità e le ferite del passato, non bisogna scoraggiarsi per queste cose, ma in umiltà lasciare che Dio agisca anche attraverso le nostre debolezze e imperfezioni. Ecco una simpatica storiella per riflettere su ciò:


Ogni giorno, un contadino portava l’acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell’asino, che gli trotterellava accanto. Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L’altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia.

L’anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l’anfora nuova non perdeva l’occasione di far notare la sua perfezione: “Non perdo neanche una stilla d’acqua, io!

Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone:

Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite.

Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all’anfora screpolata e le disse:

Guarda il bordo della strada.”

Ma è bellissimo! Tutto pieno di fiori!” rispose l’anfora.

Hai visto? E tutto questo solo grazie a te.” disse il padrone.

Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno.

La vecchia anfora non lo disse mai a nessuno, ma quel giorno si sentì morire di gioia. Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, possiamo fare meraviglie con le nostre imperfezioni.

Bruno Ferrero

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