Un uomo distinto stava camminando attraverso un accampamento dove venivano addestrati degli elefanti e notò che questi non erano tenuti in gabbia o legati con delle catene. Tutto quello che li tratteneva dallo scappare dall’accampamento era una piccola fune legata ad una delle loro gambe.
Dando un’occhiata più attenta alla stazza dei pachidermi, il gentiluomo era profondamente confuso. Non riusciva a spiegarsi perché gli elefanti non usassero la loro forza per rompere la fune e scappare dall’accampamento. Lo avrebbero potuto fare con una facilità disarmante, eppure se ne stavano là tranquilli.
Curioso di conoscere la risposta al suo quesito, chiese ad un addestratore nei paraggi perché gli elefanti stessero semplicemente là in piedi e non tentassero di scappare. L’addestratore gli rispose:
“Quando sono molto giovani e molto più piccoli usiamo funi delle stesse dimensioni per legarli. A quell’età ciò è abbastanza per trattenerli. Mentre crescono, sono condizionati a pensare di non essere ancora in grado di rompere la fune, così non tentano mai di liberarsi.”
La sola ragione per cui gli elefanti non tentavano di liberarsi e di scappare dall’accampamento era che con il tempo erano venuti a credere che semplicemente ciò non era possibile.
La morale di questa storia è la seguente. Non importa quanto il mondo tenta di combatterti, continua sempre con il pensiero che ciò che Dio ti chiede sia possibile, poiché sta scritto: "Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4, 13).
Credere di poter riuscire in ciò che Dio vuole è in realtà il primo passo per raggiungerlo davvero.
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