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STORIELLA: "I due asinelli diretti a Betlemme"


Spesso davanti alle difficoltà di ogni giorno ci lamentiamo con il Signore, chiedendogli di liberarci da quella situazione che ci appesantisce.

Ma siamo sicuri che sia questa la preghiera più giusta?

Come spesso meditiamo in comunità, dato Gesù ha detto "Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico "leggero” (Mt 11, 30) <<se quotidianamente ci sentissimo affaticati e oppressi da qualsiasi situazione, allora vuol dire, che abbiamo sbagliato qualcosa; o è perché come sta scritto: “non abbiamo ancora rinnegato noi stessi” (cfr. Mt 16, 24b), per accettare serenamente e con perseveranza la Croce che il Signore ci hai donato, o perché abbiamo sbagliato Croce, prendendo sulle nostre spalle, anziché la tua dolce e leggera Croce, l’affaticante e opprimente croce del mondo>> (Fr. VV, in Slc, pp. 355-356).


Ecco quindi una, simpatica storiella sull'importanza di saper accettare la croce del Signore e di chiedere la grazia di saperla portare:


Alla grotta di Betlemme arrivano anche due asinelli. Erano stanchi e macilenti. Le loro groppe erano spelacchiate e piagate dai pesanti sacchi che il mugnaio loro padrone caricava quotidianamente e dai colpi di bastone che non risparmiava.

Avevano sentito i pastori parlare del Re dei Re venuto dal cielo ed erano accorsi anche loro.

Rimasero un attimo contemplare il bambino. Lo adorarono e pregarono come tutti. All’uscita li attendeva lo spietato mugnaio.

I due asinelli ripartirono a testa bassa, con il pesante basto sulla groppa.

<<Non serve a niente>> disse uno.

<<Ho pregato il Messia che mi togliesse il peso e non l’ha fatto>>.

<<Io invece>> ribatté l’altro, che trotterellava con un certo vigore,

<<gli ho chiesto di darmi la forza di portarlo>>.


storiella di Bruno Ferrero


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