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RIFLESSIONE: Fino a che punto amiamo Dio? – di S. Alfonso M. de' Liguori


<<Tutta la nostra perfezione consiste nell'amare il nostro Dio più amorevole. «La carità è il vincolo della perfezione» (Col 3,14). E tutta la perfezione dell'amore di Dio consiste nell'unire la nostra volontà con la sua santissima volontà. "L'effetto principale dell'amore", dice san Dionigi (De divinis nominibus, c. 4), "è quello di unire la volontà di coloro che si amano in modo tale che diventi una sola e medesima volontà". Perciò, quanto più una persona è unita alla volontà divina, tanto più grande sarà il suo amore... Se un padrone avesse due servitori, uno dei quali lavorava tutto il giorno, ma secondo la sua volontà, e l'altro lavorava secondo la volontà del suo padrone, certamente il padrone stimerebbe il secondo più del primo. Come possono le nostre azioni promuovere la gloria di Dio se non sono conformi al suo divino compiacimento? «Il Signore», disse il profeta a Saul, «non desidera sacrifici, ma obbedienza alla sua volontà: chiede forse olocausti e vittime, e non obbedienza alla sua volontà? (1 Sam 15,22-23) (...). Colui che opera secondo la propria volontà, e non secondo la volontà di Dio, commette una sorta di idolatria, perché invece di adorare la volontà divina, adora in qualche modo la propria.


Questo è sempre stato il fine che tutti i santi hanno perseguito: conformarsi alla volontà di Dio, sapendo benissimo che in essa consisteva la purezza dell'anima. Il beato Enrico Suso diceva: "Dio non vuole che abbondiamo di luci spirituali, ma piuttosto che ci conformiamo alla sua volontà divina in ogni cosa". E S. Teresa: "Tutto ciò che si deve cercare nell'esercizio della preghiera è la conformità della nostra volontà alla volontà divina, dando per scontato che in essa consista la massima perfezione. Colui che è più superiore in questa pratica riceverà i più grandi favori da Dio e farà i più grandi progressi sulla via della perfezione". La beata Stefania da Soncino, religiosa dell'Ordine di San Domenico, rapita nello spirito e portata in cielo in visione, vide alcune persone che conosceva e che erano morte poste tra i serafini, e le fu detto che erano state innalzate a così alto grado di gloria, in conseguenza della loro conformità alla volontà di Dio.  mentre erano sulla terra...


Chi consegna la sua volontà a Dio, a Lui cede tutto. Chi dà i suoi beni in elemosina, il suo corpo alle discipline, il suo cibo al digiuno, dà una parte di ciò che possiede: ma chi affida la sua volontà a Dio, dà tutto, e può dire: "Signore, io sono povero, ma ti do tutto quello che ho, ti do la mia volontà, e non ho più nulla da darti". Questo è ciò che Dio si aspetta da noi: «Figlio», dice a ciascuno di noi, «dammi il tuo cuore» (Proverbi 23,26), cioè la tua volontà; Noi, dice sant'Agostino, non possiamo offrire a Dio nulla di più gradito che dirgli: "Signore, prendi possesso di noi: ti abbiamo dato la nostra volontà, facci conoscere ciò che chiedi da noi, e noi lo faremo". Se, dunque, vogliamo dare grande piacere a Dio, dobbiamo conformarci alla sua divina volontà; ma non solo per conformarci, ma per unirci ai suoi comandamenti: conformità che esprime l'unione della nostra volontà con la volontà di Dio; ma uniformità significa di più, significa che la volontà divina e la nostra sono diventate una cosa sola: così che noi dovremmo desiderare solo ciò che Dio desidera e vuole. Questa è la più alta perfezione a cui dobbiamo aspirare: deve essere l'oggetto di tutte le nostre azioni, di tutti i nostri desideri, di tutte le nostre meditazioni e preghiere. Per questo dobbiamo chiedere l'aiuto del nostro angelo custode e dei nostri santi, nostri avvocati, e, soprattutto, la protezione della Santissima Madre di Dio, che è la più perfetta tra tutti i santi, e perché è stata colei che più perfettamente ha abbracciato la volontà divina in tutte le occasioni>>.


(S. Alfonso M. Liguori, Trattato della conformità alla volontà di Dio, I-II)

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