Pace e bene,
Mi chiamo suor Clara, all’anagrafe Marta Peixoto, provengo dal Portogallo, e sono entrata in comunità all’età di 17 anni. Il mio “sogno” da bambina? Conoscere un principe azzurro ed avere una famiglia! Come mai sono diventata felicemente suora? Beh, cercherò nelle prossime righe di scrivere in modo sintetico un po’ del mio percorso vocazionale per “rendere ragione della speranza che è in me” (Cfr. 1Pt 3, 15).
Incontro con la comunità dei Piccoli Frati e Piccole Suore…
Nel contesto familiare, sono stata la prima figlia e la prima nipote, per cui sono stata cresciuta come una “principessa” cosicché la mia aspirazione era quella di sposarmi e di avere una famiglia come quelle delle fiabe. Nonostante la mia crescita sia stata piena di amore, la pace in famiglia mancava seriamente, spesso c’erano litigi e discussioni, fino al giorno in cui abbiamo incontrato i Piccoli Frati e Piccole Suore di Gesù e Maria. Era l’anno 2007, un frate e due suore di questa comunità erano partiti dal sud Italia fino in Portogallo in autostop di totale provvidenza, secondo il nostro carisma. Mio padre l’incontrò per strada e rimase folgorato da quei fratini che, pur non avendo nulla, avevano una pace e gioia contagiosa, sentimenti che noi non avevamo. Li accogliemmo in casa e, anche dopo il loro ritorno in Italia, rimanemmo in contatto. In seguito nel 2009, inaspettatamente ritornarono in Portogallo e, durante quella loro seconda visita, i miei genitori insieme a me e a mio fratellino, decidemmo di iniziare a fare parte dei gruppi di preghiera laici di questa famiglia religiosa, nei quali si prega il santo rosario meditato e cantato, secondo la Parola di Dio e gli Insegnamenti della Chiesa. Nel gruppetto che ci visitò nel 2009 c’era anche suor Veronica, la nostra madre generale, che mi ha accompagnato durante tutto il mio discernimento.
Come è cominciato il discernimento vocazionale?
La storia della mia chiamata è stata molto graduale. All’età di 16 anni dovevo cominciare a prendere decisioni per il mio futuro, soprattutto a livello accademico. Cosa volevo fare per tutta la vita? Avevo i miei progetti ben definiti, ma… e il progetto di Dio? Grazie alla preghiera del rosario meditato, avevo maturato l’importanza della volontà di Dio ed ero cosciente del fatto che il Signore ha una missione specifica per ciascuno di noi. Penso che il rischio che a volte si corre è quello di vivere questa vita come se fosse infinita, quando in realtà “non sappiamo né il giorno né l’ora” (cfr. Mt 25, 13). Così, guardando verso il futuro non trovavo il senso della mia vita. Non riuscivo a concepire il mio progetto di vita senza capire con certezza se esso corrispondesse o meno al progetto di Dio e così, in poche parole, è cominciata la caccia al tesoro più prezioso che c’è: la propria vocazione!
Quando ho deciso di cercare la volontà di Dio mi sono ricordata della piccola suora che avevo conosciuto nel 2009 da cui ero rimasta colpita profondamente, cioè suor Veronica. Dal primo momento in cui l’ho contattata mi ha dato la sua immediata disponibilità nella ricerca vocazionale, aiuto che ritengo prezioso e fondamentale. Come dice il catechismo della Chiesa Cattolica: «L'anima che vuole progredire nella perfezione deve, secondo il consiglio di san Giovanni della Croce, "guardare attentamente in quali mani si mette perché il discepolo sarà uguale al maestro, il figlio al padre". E ancora: "È necessario che [la guida] sia saggia, prudente e ricca di esperienza… Se i direttori non hanno anche l'esperienza di quanto è più sublime, mai riusciranno ad incamminarvi le anime, allorché Dio ve le vorrà condurre, anzi non le comprenderanno neppure"» (CCC 2690). Voglio sottolineare che quando ho iniziato a cercare il progetto di Dio per la mia vita ero fermamente convinta che Lui non mi avrebbe chiesto la Consacrazione, solo che però non ne avevo la certezza. Durante l’anno e mezzo di discernimento, passo dopo passo, è iniziato a crescere dentro di me il desiderio di donare totalmente la mia vita al Signore. Ecco come è stato:
“Signore, cosa vuoi da me?”, Come risposta il messaggio di Fatima…
Durante il discernimento la mia preghiera personale a Dio era sempre la stessa: “Signore, cosa vuoi da me?” finché un giorno mentre parlavo con mio padre, lui mi ha raccontato che qualche anno prima quando faceva quella stessa preghiera, è venuto a conoscenza del messaggio del 13 maggio 1917 della Madonna a Fatima, in cui dice: “Venite qui per 6 mesi consecutivi e io vi dirò cosa voglio da voi”! Che grande gioia, quando ho sentito che anche lui era andato lì per 6 mesi e in qualche modo aveva ricevuto la risposta alla sua preghiera! Dinanzi a questo ho deciso istantaneamente di andare 6 mesi a Fatima per capire anche io cosa dovevo fare, ma prima, grazie a Dio, ho parlato con la mia guida spirituale e lei mi ha spiegato, grazie agli insegnamenti del nostro fondatore, che più che andare letteralmente a Fatima, prendere il senso spirituale di quel messaggio e dedicare 6 mesi della mia vita in un posto ritirato (com’era Fatima nel 1917) soltanto per capire cosa il Signore volesse da me! Il mio cuore e la mia mente si erano sposati grazie a quella risposta, e così trovai un po’ di pace a quell’inquietudine che non mi lasciava! Dopo le sue parole ho chiesto se mi permettevano di fare 6 mesi in questa comunità non appena avessi terminato l’ultimo anno di scuola superiore. Da quel momento la mia vita era come “sospesa”, ho iniziato a vivere in attesa di quei 6 mesi in cui ero sicura che la Madonna mi avrebbe risposto. Quello che non mi aspettavo è che il mio cuore sarebbe cambiato fino al punto di sentire un desiderio fortissimo di lasciare tutto per seguire Cristo!
La chiamata alla perfezione Evangelica...
Una delle cose che ha attirato la mia attenzione è stata la chiamata del giovane ricco. Era un tempo che stavo riflettendo sulla perfezione e di come ambivo a diventare perfetta in ogni cosa, soprattutto nelle cose di Dio. Improvvisamente mentre sfogliavo la Bibbia mi è capitato sotto gli occhi il passo di Mt 19, 21: «Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Quelle parole mi hanno trafitto come spada… mi avevano letto il pensiero! Però in quel periodo assomigliavo molto al giovane del vangelo, non riuscivo a lasciare da parte ogni mio progetto, anche se nel mio cuore capivo che Dio mi stava rispondendo, ma ancora non ero in grado di ammetterlo a me stessa. Inoltre ero convinta che non avrei potuto essere felice mettendo da parte i miei progetti.
Il film “Chiara e Francesco” ...
La prima volta che ho sentito il desiderio per la vita religiosa? È stato proprio vedendo il film “Chiara e Francesco”, che fino ad allora non conoscevo. Il personaggio di Chiara, come persona e missione, mi aveva colpito tanto fino al punto da pensare: “Magari anche io potrei fare la stessa cosa!”. Nonostante sia stato un pensiero passeggero ha aperto dentro di me una nuova porta sconosciuta, la possibilità di consacrarmi totalmente a Dio! E questo mi ha portato a fare una preghiera al Signore: “Se in futuro mi farai capire che la Tua volontà per me è diventare religiosa, vorrei prendere il nome Clara”. (In portoghese Clara corrisponde a Chiara).
La conversione di una amica e l’amore per la Salvezza delle anime...
Un altro avvenimento che ritengo fondamentale nel mio cammino è stata la conversione di una carissima amica. Era una brava ragazza con sentimenti nobili ma smarrita tra alcune cose del mondo. Volevo aiutarla a ritornare al Signore e ai Sacramenti ma non sapevo se fosse ancora il momento giusto per evangelizzarla. Allora prima di andare a dormire ho fatto una preghiera al Signore e ho chiesto un segno che mi facesse capire in modo chiaro se “la terra del suo cuore era pronta per accogliere il seme della Parola di Dio”, quella stessa notte ho fatto un sogno che ricordo come se fosse oggi: «Ero nel monte dell’alleanza e sotto il monte c’era una città in fiamme. Dentro quella città c’era questa mia amica e lei non riusciva a uscirne, allora io sono scesa dal monte e sono andata a prenderla e portarla con me». Da ciò ho preso grande coraggio e nella mia piccolezza mi sono buttata a evangelizzare quella ragazza che dopo un tempo si è convertita e si è riavvicinata ai Sacramenti! Non riesco a spiegare quello che ho provato il giorno in cui si è confessata! È stata una gioia così grande che ho esclamato dentro di me: “Potrei dedicare tutta la mia vita a fare questo!”. Questo avvenimento è stato determinante perché da quel momento ho iniziato a dedicare molto tempo alla Parola di Dio e agli Insegnamenti della Chiesa perché volevo avere risposta a ogni domanda che mi fosse stata fatta e così aiutare altre persone a trovare Dio. Da quel momento ho iniziato a maturare il pensiero della vita religiosa, per poter dedicare “24/24 ore” del mio tempo alla conoscenza di Dio e alla salvezza delle anime in Cristo, e questa era l’unica cosa che faceva accendere un fuoco e entusiasmo duraturo nel mio cuore, che poteva venire soltanto dal Signore.
Il nome religioso… Clara…
Il tempo per iniziare i 6 mesi era arrivato e nonostante ancora non avessi la certezza assoluta di quello che Dio voleva, sentivo già la chiamata alla vita consacrata, quello era il senso della mia vita. Era previsto di partire per l’8 agosto ma in nessun modo mio padre riuscì a fare il biglietto per quella data, alla fine riuscì per l’11 agosto. Quale grande gioia quando mi sono resa conto che l’11 agosto è il giorno di Santa Chiara d’Assisi, la santa che aveva aperto la porta del mio cuore alla consacrazione! Nonostante quella “Dio-incidenza”, come qualcuno la chiama, avesse confermato al 100% il mio cuore sulla consacrazione, ho ricevuto ancora tanti altri segni di conferma che mi hanno aiutato sempre di più a far “sposare il mio intelletto con il mio cuore” e capire con – certezza e senza ombra di dubbio – che realmente questa è la mia vocazione!
Così, il messaggio che mi piacerebbe lasciare a tutti quelli che sono in discernimento è di non avere paura di cercare di fare la volontà di Dio, perché solo questa realmente ci rende persone felici e realizzate su questa breve vita! Non lasciatevi accontentare da convinzioni, ma cercate certezze! Perché in gioco c’è la beata vita eterna e la gloriosa resurrezione, con un corpo bello, perfetto e giovane per sempre, ad immagine di Cristo Risorto e Maria Assunta in Cielo! Più senso di vita di questo, non c’è né: “vivere senza fine e non vedere la tomba” (Sal 48, 10).
Dice infatti S. Giovanni della Croce:
«Le anime possiedono per partecipazione gli stessi beni che possiede Dio per natura. In forza di ciò esse sono veramente Dio per partecipazione, uguali a lui e sue compagne… O anime create per vette così alte e ad esse chiamate, che cosa fate? In che cosa vi intrattenete? Vorrete essere cieche dinanzi a tanta luce e sorde di fronte a richiami così autorevoli?» (San Giovanni della Croce, Cantico Spirituale, A, 38)
Suor Clara Maria Celeste
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