Nel cammino di discernimento vocazionale può capitare di trovarsi a fare i conti con i propri limiti e difetti umani e quando ciò accade spesso ci scoraggiamo, non sentendoci adeguati e capaci di rispondere alla chiamata del Signore. Qualcuno si sarà perfino domandato: “Ma perché il Signore chiama proprio me alla consacrazione, o a questa missione, o ecc. se sa che io sono fatto così?”
Semplice: il Signore non si ferma certo ai nostri limiti ma anzi,
ci chiama pur conoscendo i nostri limiti principalmente - ma non solo - per due motivi:
1. Egli vuole farci superare i nostri limiti
Se infatti Dio ragionasse come noi, nessuno di noi raggiungerebbe mai la perfezione o la santità (cfr. Mt 5, 48; Lv 19, 2), perché ci fermeremmo ai nostri limiti umani, non faremmo mai nulla di più di quello che facciamo tutti i giorni... saremmo "comodi" nel non andare mai oltre noi stessi.
2. Per manifestare in noi la sua potenza
Quando a San Francesco d’Assisi chiedevano: ma perché il Signore ha scelto proprio te che non sei bello, né istruito, né bravo nel parlare? Lui rispondeva: “perché non ha trovato più vile creatura sopra la terra, e perciò ha eletto me [..] affinché si conosca ch' ogni virtù e ogni bene è da Lui, e non dalla creatura” (F.F. 1838). In altre parole, affinché si veda chiaramente che non è tutta farina del nostro sacco, ma che è Lui ad operare in noi.
Così il Signore si compiace di chiamare nonostante i limiti e le debolezze umane, anzi talvolta si compiace di chiamare quelli che nessuno sceglierebbe e fa fare loro grandi cose per manifestare che nulla a Lui è impossibile (cfr. Lc 1, 37).
Quindi nessuno si scoraggi!!
"La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo" (Sal [117], 22)
Sr. VMD
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