È comune a tutte le persone, ma soprattutto ai giovani, fare progetti, idealizzare obiettivi, cercare soddisfazioni personali in vari modi. Viaggiare per il mondo, essere un buon professionista, avere stabilità finanziaria, ecc. Queste sono cose che saranno sempre nella lista degli obiettivi da raggiungere. Al giorno d'oggi pensare alla vita religiosa sembra obsoleto. Potremmo chiederci, ci sono ancora persone disposte a vivere in questo modo? Certamente! Per molti in realtà sembra contraddittorio far coincidere la realizzazione personale con un percorso di rinuncia, perché limitano la visione della Vita Religiosa a una vita di sofferenza, povertà, penitenza, abnegazione. Abituati a nutrire la propria volontà nella ricerca di piaceri e piaceri, non può sembrare a loro attraente lasciare da parte i sogni della giovinezza, le passioni e le amozioni che il mondo offre. Ma è vero che Gesù stesso ci dice che: "Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19, 29).
È una grande "scommessa" che ci fa riflettere sulla direzione che diamo alla nostra vita. "Quello che Dio vuole per noi è molto più bello di qualsiasi cosa potremmo chiedere con la nostra immaginazione" (Chiara Corbella Petrillo).
Fiduciosi nella promessa che il Signore ci ha fatto, tenendo presente le tante anime che possiamo aiutare, cerchiamo di essere generosi e coraggiosi nel rispondere, Egli stesso ci guiderà secondo la nostra disponibilità. Perché per chi vuole essere perfetto la proposta è la stessa: "Vieni e seguimi".
Un’aspirante psgm
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