Nell'aprile del 2003, durante un pellegrinaggio a Roma con un fratello più anziano di comunità, abbiamo scelto di visitare un amico che era parroco a Percile, un piccolo paese vicino Roma. Ci ha accolti con gioia per la notte nella sua pittoresca canonica situata elegantemente sopra la città medievale e, dopo una piacevole cena insieme, ha preparato una stanza per la sorella e uno spazio nel suo ufficio per noi fratelli mettendo diverse coperte a terra per la notte. Augurando a tutti una buona notte, abbiamo detto le nostre ultime preghiere e poi ci siamo addormentati.
Quella notte, cosa abbastanza interessante, feci un sogno che rimase impresso negli "occhi del mio cuore" (cfr. Ef 1,18) anche dopo il risveglio. il sogno era questo: Stavo in piedi nella piazza di San Pietro a Roma, e c'era Sant'Antonio Abate. Indossava un sacco e aveva una lunga barba bianca. Aveva in mano una "Patente del Cristiano" rosa - cosa per la quale la nostra comunità è molto conosciuta, dato che la usiamo spesso nell’evangelizzazione - e lui stesso stava evangelizzando un giovane con un berretto da baseball. Mentre l’ho visto evangelizzare, il volto di sant'Antonio si è trasformato nel mio volto e ho visto che alla fine ero io stesso ad evangelizzare il giovane.
Il giorno dopo salutammo il sacerdote che ci ospitava e iniziammo a ripartire per la Sicilia. Dato che eravamo in una piccola città italiana di montagna, c'era poco traffico, quindi prima di trovare qualcuno che ci aiutasse a scendere in autostop dalla collina, abbiamo deciso felicemente di percorrere a piedi la strada tortuosa, prendendo aria fresca, ammirando il bellissimo paesaggio e pregando il Santo Rosario meditato insieme. Quando finalmente abbiamo raggiunto una delle città più vicine, era già mezzogiorno. Cercando un po 'di riposo dalla lunga distanza che avevamo camminato, abbiamo deciso di chiedere del cibo e poi di pregare l’Ora Media prima di pranzare. Dopo aver trovato delle persone generose per fornirci del cibo, abbiamo visto una vecchia chiesa che era chiusa e abbiamo deciso di sederci sui gradini anteriori, appoggiando le spalle alla porta di legno mentre guardavamo la strada di passaggio.
Mentre mangiavamo in pace, ringraziando il Signore per averci provveduto quel pasto, le nostre anime volavano in alto, gioiose per la meravigliosa libertà ricevuta da Cristo nel poter vivere il suo Vangelo. Riconoscendo un momento appropriato in cui il mio superiore era libero di rispondere alle mie domande, ho iniziato a raccontare con l'aiuto della sorella che traduceva (dato che all'epoca non parlavo bene italiano), ciò che avevo visto la notte precedente nel sogno. Dopo aver riflettuto in po', il mio superiore mi ha chiesto se per caso avessi fatto una preghiera al Signore per il mio “futuro” nome religioso e se, eventualmente, “Antonio” fosse una delle opzioni. Curiosamente, senza che io glielo avessi mai detto prima, aveva capito perfettamente cosa c'era già nel mio cuore: sì, avevo pregato proprio per capire quale nome scegliere, e Antonio era uno dei cinque nomi che mi piacevano e che avevo nella mia lista di preghiera!
Mentre mi fermavo a riflettere su questa straordinaria coincidenza, il mio superiore, a testa alta, guardava lontano. Sorridendo ancora di più e voltandosi verso di me, alzò la mano e indicò davanti a noi. Guardando avanti per cercare di intravedere qualunque cosa fosse quella su cui stava richiamando la mia attenzione, vidi con mio grande stupore un cartello direttamente davanti a noi, a non più di dieci metri di distanza, con il nome della Chiesa dove stavamo seduti con le spalle appoggiate alla porta d'ingresso. Si leggeva: “Chiesa di Sant'Antonio Abate; Colonna antica"!
Da quel momento in poi mi fu chiaro che il Signore mi stava invitando a prendere il nuovo nome di Antonio e, nella mia santa perseveranza, in un certo modo a diventare anche una colonna della chiesa (cf. 1Tm 3,15).
fr. A.M.S.
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