«Mentre mi trovano in queste condizioni [di impotenza], pensai un giorno di isolarmi nella quiete assoluta e di “fuggire la calca degli uomini” e, quindi, andai in un luogo non lontano dal mare. Ero nei pressi di quel luogo, dove mi ero proposto di stare solo con me stesso, quando un anziano di età molto avanzata, ma di aspetto per nulla sgradevole, ma anzi che ispirava dolcezza e venerazione, poco lontano da me, mi seguiva.
Mi voltai verso di lui e lo guardai, stando fermo di fronte a lui. Lui mi disse: “Mi conosci?”. Risposi di no. “Perché, allora – disse a sua volta – mi guardi in questo modo?”. Io risposi: “Mi meraviglio che tu sia capitato nel mio stesso luogo: non mi sarei mai aspettato, infatti, di incontrare uomini proprio qui” […].
Allora gli chiesi: “Chi mai si potrà prendere come maestro e dove si potrà trarre vantaggio, se neanche in uomini come questi [filosofi] si trova la verità?”. E lui: “Molto tempo fa, prima ancora di tutti questi presunti filosofi, sono esistiti uomini beati, giusti e amici di Dio, che hanno parlato per ispirazione dallo Spirito divino e hanno previsto il futuro, che ora si è avverato: si chiamano profeti. Essi sono i soli che hanno visto la verità e l’hanno annunciata agli uomini senza remore o riguardo per nessuno, e senza farsi dominare dal l’ambizione, ma proclamando solo ciò che avevano visto e udito, ispirati dallo Spirito Santo. I loro scritti ci sono stati tramandati e chi li legge può trarne un enorme profitto, sia sui principi, sia sul fine, e su tutto ciò che il filosofo deve sapere, se crede ad essi. Essi, infatti, non hanno presentato i loro argomenti in forma dimostrativa, in quanto rendono alla verità una testimonianza degna di fede e superiore ad ogni dimostrazione: gli eventi passati e presenti costringono ad accettare ciò che è stato detto tramite loro. Essi, inoltre, si sono dimostrati degni di fede grazie ai miracoli che hanno compiuto, perché hanno glorificato Dio Padre, Creatore dell’universo e hanno annunciato Suo Figlio, Cristo che viene da Lui […]. Prega, quindi, perché prima di tutto ti siano aperte le porte della luce: non tutti, infatti, possono percepire e comprendere queste verità, se non per dono di Dio e del suo Cristo”.
Dopo aver detto queste e altre cose, che ora non è opportuno riferire, se ne andò esortandomi a non lasciarle cadere: non l’ho più rivisto. Per quel che mi riguarda, un fuoco divampò al l’istante nella mia anima, fui preso dal l’amore per i profeti e per quegli uomini che sono amici di Cristo: riflettendo tra me e me sui suoi discorsi, trovai che questa era l’unica filosofia certa e salvifica»
(SAN GIUSTINO, Dialogo con Trifone III, 1-2; VII, 1 - VIII, 2).
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